Di Francesca Bentoglio
E’
difficile raccontare in modo ordinato la ricchezza di incontri, scambi, canti
che ha caratterizzato questo Forum a Roma i giorni precedenti la GMG. lo sono
partita giovedì 10 luglio con gli altri due delegati svizzeri; Sandra del
Vallese e Olivier di Berna. In treno abbiamo avuto modo di raccontarci le
nostre esperienze di chiesa.
Arrivati
al Pontificio Collegio Internazionale “Maria Mater Ecclesiae” ci siamo subito
accorti di non essere soli; i volontari si facevano in quattro per accoglierci.
Erano già molti i delegati arrivati. I lavori, iniziati sabato comprendevano
dei momenti di ascolto, di catechesi o testimonianze al mattino e lavori di
gruppo per lingua e assemblea con interventi liberi al pomeriggio.
Il
cardinale Stafford ha iniziato le conferenze e ci ha accompagnato e ascoltato
durante tutto il forum. Non sono mancati i momenti di preghiera unitari e
la celebrazione Eucaristica, quest’ultima celebrata nelle varie lingue e dando
spazio ai vari carismi (la danza all’offertorio degli africani, il salmo cantato
dai neocatecumenali, canto finale degli spagnoli, ...). Entrando nel salone
delle conferenze era impressionante il colpo d’occhio che già mostrava la
diversità di colori e di espressioni della Chiesa. Ma in questa diversità
eravamo “un cuore solo e un’anima sola”, eravamo tutti lì perché chiamati
a testimoniare la nostra Fede ed è proprio il nostro rapporto personale con
Cristo che ci rende così uniti anche se abitiamo lontanissimi tra noi e parliamo
lingue diverse.
Come
ci ha detto il Papa a Castelgandolfo in questi giorni noi abbiamo proprio
percepito, vivendo insieme e pregando insieme, che la diversità dei nostri
modi di accogliere e di esprimere la fede non ci separa gli uni dagli altri
né ci mette in concorrenza. Essa è solo una manifestazione della ricchezza
di quell’unico straordinario dono che è la Rivelazione.
In
questi giorni ho incontrato molte persone; ho parlato tanto con Elzea, un
ragazzo africano del Benin che si interrogava sulla sua vocazione e sentiva
il desiderio di entrare in seminario. Tutti e due, anche se lontani nel mondo
abbiamo nel cuore lo stesso desiderio di rispondere di Sì alla chiamata di
Dio. Il mio amico cambogiano entrato in seminario mi raccontava quanto era
difficile per lui continuare a credere; si sentiva solo nel suo paese dove,
i cattolici sono una piccola minoranza. Raoul, del movimento di Fede e Luce
in Spagna, ci ha raccontato il suo cammino insieme ai disabili e ai ragazzi
“speciali” che nel mondo sono degli emarginati.
Gli
interventi liberi delle assemblee pomeridiane erano spesso delle testimonianze
di Fede portata avanti in condizioni difficili, come per esempio nei paesi
asiatici, oppure racconti di chi ha cambiato la vita a partire da un incontro,
come per esempio il giovanissimo amico brasiliano che, a partire dall’incontro
con Cristo ha visto la sua famiglia ritornare unita dopo una tragica separazione.
Non
mancavano le domande, i dubbi e anche qualche critica. Il momento più importante
per noi del Forum è stata la messa a Castelgandolfo il 17 agosto nella quale
il Papa ci ha invitato a non avere paura di assumere le nostre responsabilità
nelle chiese locali e a portare con noi la ricchezza dell’esperienza umana,
spirituale ed ecclesiale del Forum. Alla fine della GMG tutti noi ci sentiamo
in dovere di raccontare, trasmettere e vivere quanto il Papa ci ha detto e
quanto abbiamo imparato in questi giorni di convivenza, ma come Geremia sentiamo
le nostre inadeguatezze e diciamo con lui “Ahimè, Signore Dio, ecco, io non
so parlare, perché sono giovane!” (Ger 1,6).
A
questa debolezza il Papa risponde invitandoci prima di tutto ad amare Cristo.
E’ proprio questo che porto a casa come perla preziosa di questo Forum:
un amore alla chiesa, alla universalità della chiesa e alle sue diverse espressioni
che la rendono così ricca ed unica.